La sorveglianza sanitaria, come abbiamo visto in precedenza, fa uso di una raccolta di Big Data, di natura ovviamente sensibile.
Questo significa che, in questo periodo, è cruciale che vengano adottate misure per la protezione della privacy e la sicurezza nell’archiviazione dei dati.
Stiamo parlando di dati sanitari, che potrebbero dunque essere presi come target da malintenzionati intenti a rivenderli o, persino, utilizzarli per scopi illegali. Con l’avvento delle tecnologie innovative infatti, come Intelligenza Artificiale (IA) e Internet delle cose (IoT), è fondamentale ricevere la giusta formazione e, soprattutto, l’aggiornamento costante delle competenze di personale sanitario e responsabili del servizio di prevenzione e protezione.
Quali tecnologie si utilizzano per la privacy in ambito della sorveglianza sanitaria?
Le tecnologie utilizzate spaziano nello scopo e nelle modalità di integrazione nei sistemi di sorveglianza sanitaria. Vediamone alcune in dettaglio.
- Crittografia end-to-end: questa è una tecnica crittografica che protegge i dati durante la trasmissione e durante l’archiviazione.
Ne fanno ampio uso tutti i sistemi di messaggistica istantanea e le connessioni ai siti. Tramite l’end-to-end si permette al solo mittente e destinatario l’autorizzazione ad accedere ai dati, impedendo a terze parti non autorizzate di intercettare o manipolare le informazioni sensibili.
Essenziale quando si tratta di dati sanitari a rischio.
- Pseudonimizzazione dei dati: la pseudonimizzazione consiste invece nel sostituire i dati identificativi con identificatori artificiali, noti come pseudonimi.
Questo processo consente di rendere i dati meno identificabili, proteggendo la privacy dei pazienti senza compromettere l’utilità dei dati per la sorveglianza sanitaria. Ad esempio, anziché utilizzare nomi e cognomi, i dati possono essere associati a un codice univoco assegnato a ciascun paziente.
- Accesso basato sui ruoli: il controllo degli accessi basato sui ruoli limita la visione e la modifica dei dati al solo personale autorizzato, in base al proprio ruolo e alle proprie responsabilità.
Questa tecnologia garantisce l’accesso a poche mansioni, riducendo (ma non annullando) i rischi di accessi non autorizzati e violazioni della privacy.
- Auditing e monitoraggio: questi strumenti consentono di tracciare e registrare tutte le attività relative ai dati sanitari, inclusi gli accessi, le modifiche e le condivisioni.
In questo modo è possibile identificare e rispondere tempestivamente a comportamenti sospetti, oppure anomalie presenti nel sistema, di fatto proteggendo i dati sensibili da utilizzi impropri o non autorizzati.
- Conservazione sicura dei dati: potrebbe sembrare ovvio, ma la conservazione sicura dei dati implica invece l’adozione di misure specifiche per proteggere i dati archiviati da perdite, danneggiamenti o accessi non autorizzati.
Sono inclusi sistemi di archiviazione crittografati, procedure di backup regolari e restrizioni sull’accesso fisico ai server e ai dispositivi di archiviazione.
Tuttavia la lista può essere più ampia a seconda dei settori e delle piattaforme a disposizione.
Formazione generale e specifica rischio alto e rischio basso a Salerno
Ancora oggi la formazione degli ex articoli 36-37 risulta fondamentale per non incappare in sanzioni, ma soprattutto per evitare situazioni rischiose, dettate dalla poca conoscenza delle procedure di sicurezza.
Viene categorizzata anche come “a rischio basso” e “a rischio alto”, proprio per via delle specificità dei vari settori.
Nonostante quindi l’adempimento sia obbligatorio ai fini normativi, investire in buoni corsi per la formazione dei propri lavoratori non solo garantisce un ambiente di lavoro più sicuro, ma può anche contribuire a ridurre i rischi e le situazioni di emergenza, con conseguenti benefici per l’azienda.
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